diritti sui binari

Menu
Home
Visualizza i ritardi
Opinioni
Linea via Orte
Bassa velocità
Archivio news
Blocco dei binari
Rassegna Stampa
Documenti ufficiali
Contatti

La cura del ferrovecchio

Prendiamo atto con rammarico che, ad oltre un anno dall'inizio della "cura del ferro" della giunta Marrazzo, i risultati non sono certamente positivi. Vediamo nel dettaglio:

Il diretto o il ferrovecchio?
Sulla linea FR3 l'unico diretto Viterbo-Roma continua ad essere effettuato con il vetusto e scomodo materiale “ALE” dove si viaggia con climatizzazione scarsa o inesistente su sedili vecchi e sporchi, e che è fonte di ritardi e di guasti ripetuti, nonché di frequente stupore e ilarità tra i viaggiatori occasionali che, vedendo arrivare il treno in stazione, si chiedono come mai proprio il treno diretto venga effettuato col peggior materiale possibile.
Ce lo chiediamo anche noi, soprattutto quando leggiamo che numerosi treni Vivalto e Minuetto sono stati destinati ad altre linee del Lazio.
Eppure la FR3 è la linea su cui dal 2000 ad oggi si è verificato il maggior incremento del numero di viaggiatori, per cui sarebbe logico attendersi un parallelo aumento delle risorse!

I tempi di percorrenza
I tempi di viaggio tra Viterbo e Roma continuano ad essere lunghissimi, malgrado le reiterate richieste in questo senso da noi avanzate a Trenitalia e Regione Lazio.
L'unico diretto per esempio, oltre ad essere effettuato con un materiale pessimo, impiega 90 minuti per percorrere 90 Km scarsi.
Si potrebbe pensare che tanto diretto e tanto veloce non è se viaggia a 60 Km/h di media, ma basta fare un confronto con le altre corse per rivedere il concetto di "veloce": gli altri treni impiegano infatti circa 1h.50m per 88 Km, se la FR3 non è la linea FS più lenta d'Italia ci va comunque vicino!
Anche i 2 treni “specializzati” (che se la cavano con 1h.40m) introdotti a dicembre 2005 dopo una estenuante trattativa da parte del Mosp per convincere Trenitalia a tentare questa strada, hanno migliorato il comfort ma non hanno abbassato i tempi, semmai il contrario.
Sono infatti state eliminate 10 fermate urbane ed è stata aggiunta solo Capranica ma il tempo di percorrenza è aumentato di due minuti, quindi il bilancio è di 9 fermate in meno e 2 minuti in più... c'è qualcosa che non quadra!

La mancanza di comunicazione
La mancanza di informazioni ai viaggiatori è quasi stupefacente. Capita spesso che ad Ostiense non si riesca a sapere per tempo se e quale treno stia partendo, ma è a Valle Aurelia che si tocca l'apoteosi: i cartelloni luminosi sono spenti un giorno si e uno no, e quando sono accesi molto spesso riportano treni di 4 ore prima o informazioni contraddittorie. Chiunque frequenti questa stazione intorno alle 18:00 avrà avuto modo di vedere quanto sia difficile districarsi tra diretto, semidiretto, locale per Cesano e quant'altro.

A tutto ciò bisogna ovviamente aggiungere i ritardi cronici, specialmente per i treni in partenza da Roma il pomeriggio, il sovraffollamento, la scomodità dei TAF per viaggi di due ore, la soppressione di molte corse nei giorni festivi e nel mese di agosto, gli orari della biglietteria di Viterbo, ecc. ecc.

La disastrata FR3 non è però l'unico collegamento Viterbo-Roma, visto che è possibile una alternativa via Orte, ma anche qui la situazione non è certo allegra:

Che fine ha fatto il Leonardo Express?
Giova ricordare che l'attuale treno delle 7.21 da Viterbo a Roma Termini fu istituito negli ultimi mesi della giunta Storace (fu annunciato dall'ex assessore Gargano proprio durante un incontro con il Mosp) nell'intento di dare un collegamento “principe” Viterbo-Roma, e per questo venne esplicitamente indicato il materiale “Leonardo-Express” in modo da assicurare un maggior comfort ai passeggeri. A distanza di un anno però il Leonardo ha lasciato il posto a delle carrozze modello “MDVC”. All'inizio in molti pensavano che questo fosse dovuto a problemi momentanei di disinfestazione delle carrozze, ma si tratta invece di una scelta precisa di Trenitalia, così come è stata una scelta precisa quella di inserire le stazioni di Grotte, Attigliano e Orte rallentando quello che nelle intenzioni di chi lo ha istituito doveva essere il treno più veloce tra Roma e Viterbo.

Le mancate coincidenze
Un annoso problema per chi viaggia via Orte è l'incertezza più assoluta sulla possibilità di sfruttare le coincidenze Orte-Viterbo. Capita infatti spessissimo di arrivare da Roma a Orte con 5-10 minuti di ritardo, e di scoprire che il treno per Viterbo è appena partito (vuoto). A quel punto non resta che rassegnarsi ad aspettare un'oretta ad Orte per il treno successivo.
La situazione è talmente esasperante che molti preferiscono addirittura recarsi ad Orte in auto, pagare un euro al giorno per un parcheggio incustodito, e aspettare 10-15 minuti per attraversare il ponte a senso unico alternato che è l'unica via di accesso alla stazione di Orte.

L'abbonamento a 7 zone
In questa situazione disastrosa Trenitalia non ha trovato di meglio che impugnare la delibera della Regione Lazio (forse l'unica iniziativa lodevole della Regione di cui abbiamo memoria) contestando l'introduzione della tariffa a 5 zone per chi viaggia tra Viterbo e Roma via Orte.
La questione tariffaria è sempre stata al centro di una disputa in quanto la tratta Viterbo-Orte, transitando da stazioni quali Montefiascone o Attigliano, rendeva necessario un abbonamento a 7 zone tariffarie anche per chi partiva da Viterbo, mentre sulla FR3 è sufficiente l'abbonamento a 5 zone. Qualche mese fa la giunta Regionale ha deciso di unificare le tariffe per chi viaggia tra Viterbo e Roma, quindi anche via Orte è diventato valido l'abbonamento a 5 zone, ma ora Trenitalia ha deciso di presentare ricorso al TAR contro questo provvedimento chiedendo di ripristinare la vecchia tariffa a 7 zone adducendo consistenti danni economici.
Per i viterbesi questo significa che al danno di dover transitare per l'Umbria per raggiungere Roma si aggiunge la beffa di dover pagare di più per questa gita obbligata!

Alla luce di tutto questo ci piacerebbe allora capire in cosa consista la "cura del ferro" perché, al di la di marginali modifiche agli orari, facciamo veramente fatica a scorgere dei segnali di discontinuità rispetto alla precedente (fallimentare) gestione dei collegamenti ferroviari della Tuscia.

4 luglio 2006